Vultur / BlackStream Fuck You in Heaven!

R  E  V  I  E  W


    Vultur / BlackStream

    Fuck You in Heaven!

    Year: 2021
    Genre: Black Metal / Noise Ritual Industrial
    Label: Mistica Funebre Productions / Unburied Productions
    Country: Italy
    Line Up Vultur: 
    Attalzu - vocals / guitars
    Vorago - guitars
    Mamuthone - drums
    Ghazi - effects
    Luxferre - bass

    Line Up BlackStream:
    Mephisto "The Anti Priest" - vocals / Synths
    Occultus Rex - synths / effects / programming
    Cover artwork by Valerio Cau


    Questo split-tape è il risultato della collaborazione tra Vultur e BlackStream, un  classico esempio di come nell'underground più estremo l'unione possa fare la forza: Mistica Funebre productions, Unburied Productions e Wine and Fog distro, insieme per dare alle masse "Fuck You in Heaven", seppur in una tiratura limitatissima di sole 66 copie (numerate a mano), come da tempo ci ha abituati il declino della produzione discografica.

    E’ d’obbligo sottolineare che il noise-ritual dei BlackStream fuoriesce dal target musicale che questo blog intende divulgare, tuttavia si coglie l’occasione per condividere impressioni e sensazioni:se l’obiettivo della band è quello di diffondere disturbo e fastidio, allora, a parere di chi scrive, il risultato è stato ampiamente raggiunto. 

    Risulta difficile addentrarsi nell’analisi dettagliata delle sonorità, dei singoli strumenti o degli aspetti di editing; a tratti si potrebbe ipotizzare che la band stia improvvisando in cerca di ispirazione, in altre parti sfugge completamente l’intento comunicativo e si avverte confusione. Corredare questo lavoro di immagini o video potrebbe forse aiutare il pubblico a comprendere e contestualizzare gli sforzi della band, ma il solo ascolto non convince.

    I Vultur, già apprezzati nel demo d'esordio "Sulphureous Abyss", rappresentano l'antitesi musicale di ciò per cui è famosa, giustamente, la Sardegna nel mondo, perciò qui non sentirete decantare sole e mare ma tenebre e neri abissi! 

    La band negli anni ha definito meglio la propria personalità, i risultati si evidenziano bene in questo, seppur breve, lavoro.

    L'arpeggio iniziale di "Cundanna", che sussegue ad un intro malsano e perverso, è glaciale e maligno ed è l'ottimo apripista per un riffing di chitarra feroce e violento, capace di creare melodie accattivanti che rimangono ben impresse nella mente dell'ascoltatore e vengono esaltate da coinvolgenti  linee vocali in dialetto sardo.

    Buono il lavoro svolto dalla batteria, precisa e compatta nelle parti più rallentate, devastante in quelle più veloci, tuttavia,l'assenza di un sound dinamico ed eccessivamente quantizzato, porta ad ipotizzare un meticoloso lavoro di editing con un risultato equiparabile ad una batteria programmata. 

    In “Interru” la band mostra tutta la sua perizia tecnica, inserendo delle parti di  basso articolate e complesse (quasi in stile Death) come base per delle chitarre che, invece, si esprimono nel più classico modo imposto dalla tradizione Black Metal più pura!!!

    Elitè, volgo,folklore….questo sono i Vultur


    Fulvio G.