R E V I E W
At the sign of battlehorns
Year: 2007
Genre: Black Metal
Label: Jointhisorder releases & propaganda
Country: Italy
Country: Italy
Line Up:
Negatium Corporis - Vocals, Bass
Nebiros - Guitars
Shadowmaster - Drums
Negatium Corporis - Vocals, Bass
Nebiros - Guitars
Shadowmaster - Drums
Cover artwork by Negatium Corporis
La Band Torinese Unholy Storm sforna nel 2007 il suo secondo full lenght, dopo il debutto "Our Ancient Vision" del 2005. In questa release ci troviamo per le mani otto tracce senza fronzoli,un lavoro di sostanza, diretto, con suoni asciutti ma d’impatto, nonostante la produzione tutto sommato buona, anche i più puristi sapranno apprezzare. I suoni non sono impastati e si percepiscono influenze legate ai primissimi Satyricon e alla scena di quel periodo!
Dopo una brevissima intro, dove suoni di battaglia echeggiano maestosi, ha inizio la prima traccia, le chitarre di Nebiros non sono nettamente in primo piano ma lavorano per creare un'atmosfera sulfurea tipica dell'ondata black metal post anni ‘90, un suono tra il graffiante e il zanzaroso tanto caro ai fans più oltranzisti! Eccellenti gli arpeggi puliti, che spezzano il riffing creando parti più melodiche e sognanti.
La batteria di Shadowmaster è semplice, molto attinente al genere, ma svolge il suo lavoro egregiamente, da sottolineare alcuni passaggi interessanti che arricchiscono il songwriting.
Il basso di Negatium Corporis, abbastanza in evidenza, oltre a creare un efficace tappeto sonoro per le chitarre, le affianca con fraseggi di altissimo pregio.
Eccellente il lavoro svolto per le voci, lo scream grezzo e cattivo si alterna in alcuni brani ad un cantato pulito che, con la sua epicità, ricorda molto lo stile canoro dei primi Ulver, “Sol vej sol” risulta essere una piccola gemma italica!!! Molto azzeccati anche gli inserimenti vocali in dialetto.
Nonostante si tratti di un album del decennio passato l'ascolto è vivamente raccomandato!
Andrea B.
Dopo una brevissima intro, dove suoni di battaglia echeggiano maestosi, ha inizio la prima traccia, le chitarre di Nebiros non sono nettamente in primo piano ma lavorano per creare un'atmosfera sulfurea tipica dell'ondata black metal post anni ‘90, un suono tra il graffiante e il zanzaroso tanto caro ai fans più oltranzisti! Eccellenti gli arpeggi puliti, che spezzano il riffing creando parti più melodiche e sognanti.
La batteria di Shadowmaster è semplice, molto attinente al genere, ma svolge il suo lavoro egregiamente, da sottolineare alcuni passaggi interessanti che arricchiscono il songwriting.
Il basso di Negatium Corporis, abbastanza in evidenza, oltre a creare un efficace tappeto sonoro per le chitarre, le affianca con fraseggi di altissimo pregio.
Eccellente il lavoro svolto per le voci, lo scream grezzo e cattivo si alterna in alcuni brani ad un cantato pulito che, con la sua epicità, ricorda molto lo stile canoro dei primi Ulver, “Sol vej sol” risulta essere una piccola gemma italica!!! Molto azzeccati anche gli inserimenti vocali in dialetto.
Nonostante si tratti di un album del decennio passato l'ascolto è vivamente raccomandato!
Andrea B.
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