Genre: Black Metal
Label: Aural Music Records / Code 666 Records
Line Up:
Gli Handful of Hate sono tra le bands che hanno permesso la nascita della scena Black metal italiana: insieme a Mortuary Drape , Opera IX, Necromass, Adversam, Necrodeath ed altri, ognuno con le sue caratteristiche stilistiche e concettuali, oltre ad una spiccata personalità, hanno permesso che la nostra fiamma nera fosse apprezzata anche da personaggi esteri più blasonati e attenti conoscitori delle origini dell’intero movimento. Nati nel 1993, diventano immediatamente una band di culto grazie al demo-tape “Goetia Summa”, pubblicato nel 1995, ed al primo album del 1996, “Qliphotic Supremacy”: autentici capolavori e pietre miliari del genere musicale. Le registrazioni dell'album “Hierarchy 1999”, alle quali ho avuto il piacere di assistere presso lo studio di registrazione "Dracma" di Torino, portano alla svolta stilistica della band che vira in maniera importante su sonorità nord-europee, le quali diventano parte integrante del loro sound, snaturando certi aspetti ed esaltandone altri. “Adversus”, settimo capitolo discografico pubblicato nel 2019, mostra ancora una volta il valore degli Handful of Hate e li eleva al rango di band di livello internazionale! Tutto è ottimale, dall’esecuzione di ogni singolo strumento alla produzione cristallina, ma allo stesso tempo brutale e oscura...all’interno dell’album si possono percepire tante sfaccettature e influenze stilistiche, “An Eagle upon my Shield” di chiara matrice stile Satyricon, si sviluppa con un riffing di chitarra violentissimo, ma orecchiabile; “Before Me” riporta l’ascoltatore indietro al periodo “Vicecrown”, album ancora notevole a distanza di tempo; “Carved in Disharmony” e “Severed and Reversed” hanno chiare influenze stilistiche dei Dark Funeral dei primi album, ma la band riesce ad inserire, magistralmente,soluzioni sonore presenti nelle loro prime produzioni discografiche; in “Down Lower” le chitarre e la voce sono assoluti protagonisti, sia nelle parti più veloci che in quelle rallentate e più armoniche; “Celebrate, Consume…Burn”, così come nei brani precedenti, pone in evidenza una base ritmica precisa, letale ed in grado di esaltare ogni dettaglio emotivo presente; “Toward the Fallen Ones” e “Thorns to Redemption” mantengono la tensione altissima e l’attenzione dell’ascoltatore sullo stesso livello; “Idols to Hung”,solenne, epica e con un breve intermezzo che ricorda molto i Necromass, cala il sipario su quest'opera colma di blasfemia e maleodorante perversione!
Fulvio G.