Ferriterium - Calvaire

R  E  V  I  E  W
    Ferriterium
    Calvaire

    Year: 2021
    Genre: Black Metal
    Label: 
    Epictural Production
    Country: France
    Line Up:
    Raido - vocals / guitars
    Lethal - bass
    Julien Helwin - drums
    Cover artwork by Sözo Tozö

    Dopo due anni dall’uscita dell’ottimo “Le Dernier Livre”, la Epictural Production pubblica questo nuovo album dei francesi di Remiremont!!  “Calvaire”, così come il suo predecessore, ci presenta una band di assoluto spessore e valore, poco incline all’originalità, ma sicuramente eccellente per la qualità espressa nella fase realizzativa. Raido dimostra, per l’ennesima volta, la sua maturità compositiva che gli consente di creare un’opera, suddivisa in quattro parti da quasi dieci minuti ciascuna, coinvolgente e variegata; tematiche legate alla morte, pensieri misantropici e una spiritualità malsana sono espresse in modo efficace all’interno di un mix sonoro estremamente intransigente e violento. 

    “L’Apostasie” ha un riffing di chitarra ipnotico e maligno con una parte centrale che in un live inviterebbe ad un headbanging sfrenato! Il suono è più oscuro rispetto alle passate produzioni  e la batteria è maggiormente inserita nell’ensemble musicale, tutto ciò concorre a creare il pathos che avvolge l'ascoltatore, risultato delle riflessioni rispetto all’abbandono e al ripudio della propria religione, quasi sempre imposta, per giungere ad un pensiero più elevato; “La Proie Du Cloitre” continua sullo stesso percorso grazie ad una solennità magica ed onirica, emerge nettamente un sound in stile Dissection, presente massicciamente soprattutto nelle parti veloci, si alterna ad inserti quasi depressive o epici che ricordano gli esordi dei Thy Serpent ed Ancient Wisdom. 

    “L’Opéra de Gehenne”, rifacendosi al significato neo-testamentario del termine Gehenna , ci catapulta in un vero Inferno sonoro: caos e morte lasciano comunque ampio spazio a soluzioni che molto ricordano i Katatonia-pre-svolta Gothic e Alternative-  e gli Shining dei primi lavori. A chiudere l’album  “L’Apogée du Martyr”: cadenzato, possente e, ancora una volta, aderente alle sonorità del Black Metal svedese; un arpeggio evocativo conduce alla fine di questo intenso viaggio, sotto l’egida del numero quattro e della luna a cui è astrologicamente legato!!

    Album consigliato!


    Fulvio G.