Myronath - Djevelkraft

R  E  V  I  E  W
    Myronath
    Djevelkraft

    Year: 2021
    Genre: Black Metal
    Label: 
    Hellstain Production
    Country: Sweden
    Line Up:
    Hellcommander Vargblod - vocals / bass
    Bjarkan – guitars
    Myrkheim – guitars
    Fredrik Andersson – drums
    Cover artwork by Mårten Ytell at Daudrart


    Dalle fredde terre svedesi nascono i Myronath, ennesima creatura dedita al metallo nero, dietro cui si celano personaggi di lunga esperienza che militano, o hanno militato, in band note del panorama estremo, tra queste spiccano Ragnarok, Amon Amarth e Martyrium. Dopo il debut album "Into the Qliphoth" uscito nel 2019 medesimo anno di formazione della band, questa nuova entità rilascia nel 2021 un secondo lavoro decisamente più corposo rispetto al debutto, scelta quest'ultima che si rivela un'arma a doppio taglio... Le influenze percepite attingono dalla tradizionale scena nordica ed i componenti, avendo alle spalle notevole esperienza in diverse band, riversano in questo lavoro il loro personale contributo. Il songwriting di questo "Djevelkraft" è caratterizzato da brani piuttosto lunghi in pieno stile svedese, ma con richiami ad altre "scuole": chitarre con riffs veloci principalmente in accordi aperti e tremolo picking, a volte più freddi ed altre più malinconici, si alternano a ritmiche più cadenzate e pesanti; allo stesso modo si colgono riffs molto ispirati ed altri meno convincenti, l'eccessiva ripetitività, per quanto possa donare un'aura quasi ritualistica, non giova molto allo scorrimento dei brani andando a scapito dell'incisività. Il drumming preciso e possente di Fredrik Andersson sorregge il tutto affiancato da una buona performance di basso, mentre lo screaming canonico del singer si muove con disinvoltura sulla musica, sempre ben presente, ma non unico protagonista. La produzione è in linea con le uscite attuali, tutto ben disinguibile, il sound è potente, profondo e moderno, emergono "She Who Dwells in Flames" dal sapore epicheggiante, "Effigy of Malediction" col suo main riff diabolico e le sue ritmiche schiacciasassi, e la diretta "Reborn in Chaos" che non da tregua tranne che sul finale dove si fa strada un incedere marziale! Un disco di indubbia qualità, ottimo se solo fosse stato più conciso; sicuramente la band ha trovato il proprio modo di esprimersi e questa è l'impronta che ha voluto dare al proprio lavoro. Andrea B.