Country: Italy
Eccoci pronti a recensire un lavoro che si può benissimo riassumere in una parola: “puro” … incontaminato dalla necessità di seguire stilemi o scelte artistiche definite unicamente per compiacere lo stile che spopola in maniera più commerciale. Eccovi dunque i Lilyum, band che da diversi anni si muove nel panorama estremo underground italiano, cambiando line up nelle varie “ere”. Capitanata da Fabrizio “Jotun” Prelini (voce, chitarre, basso), componente dei noti In Corpore Mortis, da Kosmos Reversum (chitarra ritmica e solista) e infine dall’ormai noto e rinomato Summum Algor (Adversam), sicuramente riconosciuto da molti affezionati, grazie ad un sound dalle caratteristiche ormai tutte sue: Bpm caustici? Sì, ma con una pacca, un tocco, una convinzione ed un gusto difficilmente confondibili, soprattutto per chi lo conosce. Il lavoro dei Lilyum si apre con una breve, ma coinvolgente, intro: synth e cori lentamente incalzano creando un’ atmosfera pacata, per poi giungere ad uno spacco netto, dando inizio ad un vorticoso e caotico incedere costruito su granitici suoni volutamente lo-fi. I riff non concedono tregua, sono rari i momenti melodici di vago respiro… bisogna essere nelle condizioni giuste per sostenere un colpo di “machete” come questo album sulla nuca. La composizione è sincera, certamente basata sulla volontà di creare un impatto sonoro ed emotivo, sta all’ascoltatore riuscire a gestire il tumulto che il trio genera, un caos che mantiene un senso logico nell’incedere delle tracce. Brano preferito dal sottoscritto: “Sermon of the Sword”, con una breve introduzione Dark-Synth totalmente inaspettata dopo il precedente assalto; pochi secondi ed il brano si rivela per quel che è, un mid tempo parte senza preavviso dando vita ad una traccia puramente Black Metal, arricchita da qualche voce filtrata. Un album Black Metal dai riff decisi e suonati con convinzione e passione, cosa che viene ben trasmessa all’ascoltatore… non è forse questo il compito e il fondamento di qualsiasi tipo di arte? Album promosso per la sua violenza ed immediatezza… consigliato, per certi versi, ai fan dei primi Aosoth o Funeral Mist.
Dario "l'Omega il Rakshasa" Checchi